Con il termine follow-up viene definito quel periodo che principalmente va dalla diagnosi primaria di tumore e termine delle terapie oncologiche (adiuvanti) in cui i pazienti vengono sottoposti a visite cliniche e esami strumentali atti alla ricerca precoce di una progressione della malattia primaria. Il follow-up è applicato nella maggior parte dei casi per un periodo di almeno 5 anni, visite ogni 4-6 mesi e conseguenti esami.
Questo percorso è differenziato sulla base del tipo di tumore primario in relazione a tempistica ed esami. Molti studi hanno permesso di evidenziare come questo lungo percorso generi nei pazienti problematiche psicosociali che influiscono sulla qualità di vita in relazione alla giusta paura che si possa sviluppare una recidiva metastatica durante questo periodo. Basta pensare allo stress che ogni controllo comporta nell’attendere l’esito di esami e della visita clinica.
Il nostro consiglio è quello di affidarsi per un corretto follow-up ad un oncologo esperto e soprattutto che abbia un rapporto costante e duraturo con il paziente, in modo da poterlo conoscere ed aiutarlo, oltre che negli aspetti diagnostici, anche negli aspetti psico-emotivi in cui può incorrere. Infatti, molto spesso i pazienti si lamentano proprio del continuo turnover dei medici e della mancanza di questo rapporto costante.
Per ogni neoplasia esistono delle linee guida che sostengono scientificamente le modalità di attuazione di un corretto follow-up.