Un luogo accogliente e sereno puo’ contribuire a modificare positivamente la qualita’ di vita del paziente oncologico aiutandolo a vivere meglio la malattia. E’ l’arte che si fa terapia: interrompe il bianco dei muri d’ospedale e dona emozioni a chi crede di non poterne provare piu’. Un’indagine coordinata dalla Struttura Complessa di Oncologia di Careggi – e a cui hanno partecipato i centri di Messina, Ancona e Perugia – ha dimostrato che un ambiente meno asettico aiuta i pazienti a riacquistare un po’ di fiducia nella vita.
Lo studio, svolto con il patrocinio del GOIRC (Gruppo Oncologico Italiano per la Ricerca Clinica) e il supporto di Lilly, ha riguardato 345 pazienti. Le stanze e i corridoi dei centri oncologici coinvolti sono stati tappezzati con le fotografie donate dalla nonprofit Foundation for Photo/Art in Hospitals (www.HealingPhotoArt.org) e scattate dalla stessa presidente, Elaine Poggi, che ha deciso di dedicarsi all’arte come terapia dopo averne notato gli effetti positivi sulla madre ricoverata.
“Ho lasciato la mia famiglia a Firenze e sono andata negli Usa per assisterla - ha raccontato - Le pareti della sua stanza d’ospedale erano tristemente nude e cosi’ ho deciso di arricchirle con alcune mie foto di Firenze e di paesaggi naturalistici. La camera ha subito assunto un’aria piu’ serena e cosi’, quando la storia di mia madre si e’ conclusa, ho deciso di riempire tutti gli ospedali del mondo che me lo chiedono”. Oltre che in Italia e negli Usa, gli scatti di Elaine Poggi si trovano in Brazile, Croazia, India, Kenya, Giappone, Haiti, Australia, Polonia, e molti altri paesi ancora. Ha mandato piu’ di 2500 photo di natura in oltre 150 ospedali su 6 continenti negli ultimi 8 anni.
I risultati dello studio confermano il grande potere suggestivo delle immagini, specie quelle naturalistiche. E’ stato anche illustrato come un’immagine non sia uguale a un’altra per il malato. Il criterio da sequire e’ la semplicita’: foto e paesaggi al posto di quadri astratti. Una collina assolata, non una campagna autunnale. Un’alba invece di un tramonto.
“Ci rendiamo conto sempre piu’ spesso – ha detto il direttore dell’Oncologia Medica di Careggi, Francesco Di Costanzo – che i pazienti ricoverati hanno uno stato di depressione psicoemotiva che, oltre ad essere dettato dalla malattia, e’ determinato anche dagli ambienti che li circondano. Dalla ricerca emerge che quando questi sono particolarmente confortevoli, i malati sono piu’ sereni e seguono meglio le indicazioni terapeutiche. Le strutture e i medici non sono ancora preparati a questi nuovi approcci, ma si tratta di un ritardo che dobbiamo colmare”.
“Sono una persona che per tremendi motivi ho dovuto passare oltre tre anni in oncologia a Firenze, e le immagini che decorano i corridoi danno dei piccoli momenti di gioia, ricordando ai pazienti e ai parenti che il mondo e' bellissimo e che la vita va vissuta ogni attimo, corta o lunga che sia quello che conta e' la qualita’ da vivere, non la quantita'....